Storia
Preistoria e storia antica

Nel territorio teodorino sono state trovate tracce e reperti di frequentazioni preistoriche, sia di età prenuragica che nuragica. Il caso più rilevante è quello del nuraghe (in gallurese naracu) monotorre della borgata Naracheddu, di cui attualmente restano solo alcuni filari di pietre, ma che fino agli anni '40 del XX secolo, secondo i censimenti archeologici, risultava in ottime condizioni e raggiungeva l'altezza di sette metri. Si segnala anche il piccolo nuraghe in tanca Lu Naracu, al confine tra Budoni e San Teodoro, disposto in posizione elevata lungo la costa, con possibile funzione di controllo della fascia costiera. Altre strutture murarie risalenti presumibilmente alla preistoria sono state rinvenute nel territorio teodorino, ma il lavoro di valorizzazione del patrimonio archeologico locale è fermo alla fase di ricerca e prima divulgazione delle scoperte.
L'Itinerarium Antoninianum, documento del III secolo d.C., attesta l'esistenza di un centro abitato all'epoca della dominazione romana. La località, denominata Coclearia, nome di cui non resta nessuna testimonianza scritta fuori dall'Itinerarium, potrebbe con buona probabilità essere localizzata nelle vicinanze dell'attuale centro abitato principale di San Teodoro. Ipotesi rafforzata dalla presenza nel territorio, nelle borgate di L'Alzoni e di Budditogliu, di due pietre miliari romane, purtroppo anepigrafi (senza scritta). La presenza romana è, poi, confermata da numerosi ritrovamenti archeologici, esposti presso il museo locale (il "Museo del Mare").
Storia medievale

Dalla fine dell'età classica e per l'intero periodo alto-medievale, le vicende del territorio teodorino risultano quasi totalmente avvolte nell'oscurità.
Il nome della parrocchiale potrebbe incoraggiare l'ipotesi della presenza sul posto di strutture di culto cristiano all'epoca del dominio bizantino in Sardegna. La chiesa è infatti dedicata a San Teodoro di Amasea, soldato romano d'oriente, martire del IV secolo d.C., venerato nella chiesa cristiana d'oriente. La presenza bizantina è confermata da alcuni ritrovamenti funerari, attualmente conservati presso il museo locale. Di fatto, però, per la chiesa di San Teodoro non sono state trovate tracce documentarie precedenti la metà del XVII secolo. L'edificio antico, il cui studio, forse, avrebbe potuto dare maggiori indizi sulla storia passata di San Teodoro, è stato integralmente distrutto negli anni '50, per essere sostituito dalla struttura attuale, che risale ai primi anni '60 del XX secolo.
Le prime documentazioni scritte finora rintracciate sul territorio risalgono al tardo periodo giudicale, a partire dai primi anni del XIV secolo. Il territorio faceva parte della curatoria di Posada del Giudicato di Gallura, che nella fase finale della sua storia passò in possesso del comune di Pisa. Nello specifico, il territorio ora suddiviso tra i comuni di San Teodoro e Budoni, era disseminato di numerosi piccoli centri abitati, detti "ville", in buona parte scomparse nei secoli successivi, di cui al giorno d'oggi non si è ricostruita con certezza la localizzazione. Tra i toponimi documentati in quegli anni colpisce quello di Offolle, che con tutta probabilità è la prima attestazione scritta del toponimo, evolutosi fino ai giorni nostri in Oviddè.
Questo territorio era collegato con il principale centro urbano gallurese, Civita (in epoca pisana ribattezzata come Terranova, l'attuale Olbia), attraverso una strada, che dai pressi del castello di Pedres scendeva verso sud passando attraverso una località il cui nome, "Ùttaru Pisanu" (viottolo, vicolo pisano) potrebbe risalire all'epoca della dominazione pisana. La strada, giunta alle falde di monte Almuttu, portava poi all'agro nelle vicinanze dello stagno, per dirigersi verso gli altri centri costieri a sud dell'attuale San Teodoro. Presumibilmente tale strada ricalcava il percorso della viabilità di epoca romana.
Le ultime notizie sulle ville della zona risalgono alla metà del XIV secolo. In seguito, forse a causa delle gravissime pestilenze che colpirono l'Europa, di buona parte di tali comunità si perde ogni traccia.
Storia moderna

Viaggiatori e geografi del XVI secolo, tra cui Giovanni Francesco Fara, descrivono il territorio teodorino e le zone costiere della Gallura come lande boscose e semi-spopolate frequentate da pastori transumanti. Varie cale e calette della zona erano frequentate da navi barbaresche, situazione quest'ultima che si sarebbe protratta fino ai primi del XIX secolo.
Tracce di un ritorno alla vita si avranno solo alla fine del Seicento, come risulta da alcune carte conservate all'archivio della Diocesi di Tempio-Ampurias e dai documenti degli archivi di stato della Sardegna, in cui si testimonia l'esistenza all'epoca di insediamenti di coloni tempiesi nell'area allora nota sotto i nomi di Offude/Ovodde/Ovoddè/Oviddè, probabili derivazioni del medievale Offolle.
Il territorio fece parte, fin dall'introduzione del feudalesimo in Sardegna, effettuata in seguito alla conquista aragonese dell'isola nel XIV secolo, di un feudo che comprendeva grosso modo gli attuali comuni di Posada, Siniscola, Torpè, Lodè, Budoni e San Teodoro. Tale feudo fu noto nel corso dei secoli con vari nomi, tra cui quello di Contea di Montalbo, o Baronia di Posada. il suo centro amministrativo principale era inizialmente Posada.
Storia contemporanea

Con il riscatto e la successiva eliminazione dei feudi sardi attuati dalla Casa Savoia nella prima metà dell'Ottocento, cui fece seguito la formazione dei moderni comuni, il territorio di San Teodoro d'Oviddè continuò a rimanere accorpato al comune di Posada, che mantenne per lungo tempo svariati territori dell'ex feudo. Già in quegli anni, però, la zona di San Teodoro, così come parte dell'attuale Budoni, era, come su accennato, popolata da coloni di origine tempiese. Questi, avvertendo la necessità di una maggiore autonomia, nonché consapevoli di una serie di differenze culturali (per esempio, linguistiche) che li distinguevano dalla popolazione delle Baronie, richiedevano in modo sempre più deciso il distacco dal comune di Posada. I legami tra la Gallura e la vicina Corsica, caratterizzati, per esempio, da una grande somiglianza di linguaggio, erano avvertiti anche dagli abitanti della vicina Baronia, che fino a pochi decenni fa chiamavano i teodorini e i budonesi di cultura gallurese con il termine sos corsesos (i corsi).

Indicativa della diversità culturale che separava Posada e i limitrofi centri delle Baronie dai territori settentrionali del feudo (comprendenti, come già detto, gli attuali comuni di San Teodoro e parte del territorio di Budoni) e, in seguito, del comune, è, tra l'altro, l'appartenenza di tali territori alla diocesi attualmente nota come Tempio-Ampurias, che comprende i territori storici dell'Anglona e della Gallura. Tale appartenenza è comprovata perlomeno dal XVII secolo, ed è prova certa dei legami culturali della comunità teodorina con la realtà gallurese. La discrepanza, durata a lungo, tra confini amministrativi e confini culturali, ha contribuito a far sì che ancora adesso il comune di San Teodoro venga da alcuni ritenuto parte dell'Alta Baronia e, da altri, invece, della Bassa Gallura. Le due distinzioni, in realtà non si escludono necessariamente a vicenda, in quanto la prima è da ritenersi, nel caso teodorino, una definizione di carattere politico-amministrativo, dovuta, come si è visto alla ripartizione feudale dei territori sardi, mentre la seconda ha un valore principalmente culturale, demografico, linguistico. Nel 1959, infine, i territori settentrionali di Posada si sono distaccati dal plurisecolare centro amministrativo attraverso la costituzione dei due comuni autonomi di San Teodoro e Budoni. Dal 2005 San Teodoro è entrato a far parte della provincia di Olbia-Tempio ma, in seguito alla successiva soppressione della stessa avvenuta nel 2016, è infine confluita nella provincia di Sassari.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa di Sant'Antonio
- Chiesa di San Teodoro (centro cittadino - prime attestazioni certe, XVII secolo; abbattuta e ricostruita negli anni '50 del XX secolo)
- Chiesa di Sant'Antonio da Padova (località Straula - edificata negli anni '20 del XX secolo e ampliata negli anni '70)
- Chiesa di Sant'Andrea (Località Monti Pitrosu - edificata negli anni '90 del XX secolo)



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Le principali spiagge di San Teodoro sono, da sud verso nord:
Spiaggia di Brandinchi, Li Corri di Li Becchi, Li Marini, detta anche Costa Caddu (termine gallurese per "cavallo").
Seghefusti, L'Isuledda, Cala d'Ambra, nota in passato anche come Lu Calboni ("il carbone") perché ai primi del Novecento luogo d'imbarco del carbone ricavato dalle foreste locali. Nelle vicinanze si trovano anche delle calette tradizionalmente note come Cala Finocchju e Lu Bagnu di l'Òmini, toponimi ormai caduti in disuso.
La Cinta, La Punta di l'àldia (punta della guardia), nota in passato anche come Punta Zapatìnu.
Attualmente storpiata come Puntaldìa, in omonimia a un vicino villaggio turistico, costruito negli anni '80, i cui costruttori - erroneamente - spostarono l'accento.
Lu Impostu ("il luogo di spedizione", forse perché usato in passato come luogo d'imbarco di merci).
Cala Brandinchi, forse dal nome della famiglia Brandanu, o secondo alcune ipotesi, da passate frequentazioni di marinai della cittadina corsa di Brando). Da alcuni chiamata anche Punta Capicciolu, dalla vicina punta. Nota anche informalmente tra i turisti con il nome di Tahiti.
Salina Bamba ("salina sciapa"), Baia Salinédda, Coda Cavallo, Cala Suaraccia (la "sugheraccia").
Cala Ginepro, Cala Ghjlgolu (nome spesso italianizzato in Girgolu). Vicino Cala Ghjlgolu si trovano i resti del noto scoglio denominato La Tartaruga, che è stato oggetto di deturpazione da parte di ignoti.
Società
Evoluzione demografica
Popolazione: 4.941 abitanti(01/01/2022 - Istat) - Codice Istat: 090092
Provincia: Sassari (SS) - Codice catastale: I329

Struttura della popolazione e indicatori demografici di San Teodoro negli ultimi anni.
Elaborazioni su dati ISTAT
Struttura della popolazione dal 2002 al 2021
L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce di età: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre.
In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana.
Lo studio di tali rapporti è importante per valutare alcuni impatti sul sistema sociale, ad esempio sul sistema lavorativo o su quello sanitario.
Etnie e minoranze straniere
Popolazione straniera residente a San Teodoro al 1° gennaio 2021. I dati tengono conto dei risultati del Censimento permanente della popolazione. Sono considerati cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia.


Gli stranieri residenti a San Teodoro al 1° gennaio 2021 sono 308 e rappresentano il 6,3% della popolazione residente.
La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 32,8% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dal Marocco (17,5%) e dalla Germania (13,3%).


Economia e sport
L'economia di San Teodoro è basata per la maggior parte sull'industria turistica balneare. La crescita del paese ha fortemente orientato la popolazione verso l'edilizia e altre attività di servizio connesse alla presenza dei turisti e delle loro case, come giardinaggio, manutenzione, guardiania, ristorazione.
Le tradizionali attività legate ad agricoltura, allevamento e industria di trasformazione alimentare impiegano ancora una forza lavoro non trascurabile, sebbene spesso nei termini dell'attività familiare informale.
Se sei appassionato di sport le occasioni qui non mancano, si tratti di immersioni o di un volo in ultraleggero. Snorkeling, canottaggio, kajak, kite surf e windsurf sono alcune delle attività praticabili in acqua. Sulla spiaggia invece potrai giocare una partita di pallavolo o beach volley o nelle vicinanze praticare golf, tennis, calcio o calcetto. Avrai la possibilità di ammirare l’alba e il tramonto a cavallo o dedicarti a escursioni in mountain bike, trekking o fare jogging.
La ricchezza del paesaggio e la sua varietà, il clima mediterraneo e i servizi turistici di rilievo, ti garantiranno la possibilità di trascorrere una vacanza all’insegna del divertimento. Potrai ammirare le bellezze tutelate all’interno dell’Area Marina Protetta in barca o immergendoti. Se invece sei attratto dalle zone interne non mancano i numerosi percorsi naturalistici.
Trekking intorno a San Teodoro
La grande laguna nei pressi di San Teodoro ospita una montagna molto famosa tra gli appassionati di trekking, che dovrebbe essere conosciuta anche semplicemente dagli appassionati di natura. Il Monte Nieddu e le sue cascate naturali sono un paradiso terrestre che potete raggiungere facilmente anche dal Veraclub Amasea, tra una lezione di cycling e una di beach volley. Ecco gli itinerari:
- Monte Nieddu. Il percorso, raggiungibile dalla frazione di Buddittogliu, è lungo 15 chilometri e si snoda lungo un’antica via delle carbonaie. Per la sostanziale pendenza in alcuni tratti e per la fitta vegetazione, vi consigliamo di utilizzare un’attrezzatura idonea e affidarvi a delle guide turistiche esperte.
- Rio Pitrisconi. Nei millenni questo corso d’acqua scavò il duro granito del Monte Nieddu. laghetti si alternano a vacche naturali e cascate che terminano in un incedibile dirupo. Questa meta è amata dagli appassionati di trekking, ma anche di canyoning.
- La Peschiera. Assistiti da guide esperte, potrete immergervi nella macchia mediterranea, tra uccelli migratori e sistemi di pesca tradizionali. Si tratta di un percorso ad anello lungo circa 1,5 chilometri.
- La Laguna. Entrando dalla spiaggia La Cinta, percorrete i tre chilometri della zona retrodunale e costeggiate la flora popolata di lentisco, canne, pungitopo, mirto, rosmarino, ginepro e tamerici. Lo sbocco della laguna verso il mare, chiamato La Foca, è il limite nord della spiaggia.
- Belvedere Coda Cavallo. Una passeggiata in salita sino al Belvedere Coda Cavallo è da non perdere. Lì dove il mare e il cielo si riuniscono all’infinito intorno all’Isola di Tavolara è il panorama privilegiato che potrete ammirare da qui.
La squadra di calcio del San Teodoro ha militato in Serie D dal 2016 al 2017, per poi retrocedere in eccellenza per la stagione 2018-2019
Da pochi anni è stata fondata un'associazione di atletica leggera.
La presenza turistica incoraggia attività legate al mare, come snorkeling, immersioni subacquee, kite surf, velica.
Bibliografia
- Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X.
- Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&Compton Editori, 2007.
fonti: it.wikipedia.org - www.tuttitalia.it - ilmare.it - goodtrekking.it
Cultura
Musei
il Museo dei cristalli

Museo Naturalistico Mineralogico MONICA CARTA, loc. Suaredda di Supra

Museo del Mare

Economia
L'economia di San Teodoro è basata per la maggior parte sull'industria turistica balneare. La crescita del paese ha fortemente orientato la popolazione verso l'edilizia e altre attività di servizio connesse alla presenza dei turisti e delle loro case, come giardinaggio, manutenzione, guardiania, ristorazione.
Le tradizionali attività legate ad agricoltura, allevamento e industria di trasformazione alimentare impiegano ancora una forza lavoro non trascurabile, sebbene spesso nei termini dell'attività familiare informale.
Bibliografia
- Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X.
- Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007.
fonti: it.wikipedia.org